quattro biciclette nella nebbia
lingue di fango e foglie
le vedo scendere
penetrare nel sentiero
come scroscio d’acqua
da qui i nostri passi lenti
ora più veloci poi assenti
la tua voce che mi parla
dolce all’orecchio
annuisco rispondo ti dico
cose pensate e malferme
cammino insieme a te
penso alle mie sconfitte
ma ti sorrido sincero
pietas e insana allegria
rimorso e rettitudine
cara, ora lo vedi?
la città è ai nostri piedi.

Gennaio 2011