Hai letto nei miei occhi, un non lontano giorno
La sciatta inquietudine dell’uomo triste
Sedimentarsi e farsi forma discutibile
Plastico sciame di contorsione
Macabra danza di serotonina
Pelle grinzosa in divenire, rasa
Di palpiti e di ventagli dorati
Affranta dose di doloroso distacco
Nell’alto frastagliarsi dei cirri
Ovunque si annidavano mali oscuri
Dietro sipari barbaramente strappati
Le parole si incrociavano stanche
Fra le caselle nere dello schema
Ricordi l’assonanza del grido
Con il metallo arrugginito?
C’erano spirali di foschia a decretare
La fine del sogno invernale
Ed una mano callosa e tremante
A spargere sassi di alabastro
Sulla pelle dell’alba fredda.

Ottobre 2006