E’ uscito il mio libro Incroci obbligati, edito da Arcipelago Itaca.
Riporto qui la nota e i ringraziamenti che ho inserito nel libro e, a seguire, la poesia che dà il titolo all’intera raccolta.

“La gestazione di questo libro è stata piuttosto tormentata e per certi versi curiosa. Sarebbe dovuto uscire già tre anni fa, poi una serie di strani accadimenti del variegato mondo editoriale hanno fatto sì che giacesse ancora da una parte, in attesa. Esce ora, grazie ad Arcipelago Itaca e all’interessamento di Danilo Mandolini, che ha creduto nella mia scrittura. Non è una raccolta poetica omogenea, lo dico io per primo: infatti comprende una serie di brevi sillogi scritte nell’arco di una ventina d’anni. La prima, Il taccuino dell’apolide, è riportata parzialmente: ho tralasciato diversi testi che non trovo più soddisfacenti e che magari in futuro, chissà, potrei riprendere in mano e rielaborare. A parte la sezione intitolata Poesie sul dolore e poesie sparse, che comprende testi non inseriti in raccolte, le altre sezioni sono composte da sillogi complete. Disincanto dello scorrere ha come filo conduttore il movimento, inteso non soltanto come azione del muoversi, ma anche per esempio l’acqua che scorre o il movimento del pennello sulla tela. Incroci obbligati è un punto di partenza per la mia scrittura: da qui sono nate molte idee che sono state sviluppate anche successivamente. Il titolo è ripreso da un celebre gioco della Settimana Enigmistica, la cui didascalia un tempo recitava: “destinato ai solutori più che abili”. Camparisoda è la naturale evoluzione di Incroci obbligati e anche qui, come spesso accade in quello che scrivo, il tema dominante è il mal de vivre e lo sguardo è fissato sul quotidiano. Non è una raccolta poetica omogenea, dicevo, ma sicuramente è ciò che mi rappresenta, pregi e difetti compresi. Non vorrei aggiungere altre note e passo quindi ai ringraziamenti, che sono sinceri. Grazie a mia moglie Monica e a mio figlio Lorenzo: è a loro che è dedicato questo libro, non fosse altro perché continuano a sopportare la presenza di un poeta (o presunto tale) in famiglia. E poi grazie all’editore Danilo Mandolini per la serietà e la gentilezza dimostrate e a Enzo Campi, amico generoso e poeta di grande valore, per la sua splendida postfazione e per i suoi preziosi consigli. Alle amiche e agli amici con cui ho condiviso (e continuo a condividere) le esperienze di Bologna in Lettere e Versante Ripido: grazie, ho imparato tanto da ognuna e ognuno di voi. Infine grazie a tutti coloro che hanno letto il libro, arrivando fino in fondo.”

Incroci obbligati

Incroci obbligati le nostre strade
caselle bianche e caselle nere
e tutto quel peso da sopportare
le definizioni così
assurde
e il significato delle cose poi
quello che non sappiamo
che non sapremo mai
le poesie con [le parentesi quadre]
e i punti di sospensione

come i fili a cui siamo appesi
le corde che ci tengono sospesi
la danza nell’aria
il bianco e il nero
delle strisce pedonali
dall’alto
le parole attutite (suoni)
ferro e nuvole
dov’era la rotaia
ora c’è la fibra ottica
il semaforo si accende
obbligo di svolta a destra
eccole le nostre strade
ecco gli incroci
annerire e compensare il tutto
con un tocco di falsa intelligenza.

(Enea Roversi, Incroci obbligati, Arcipelago Itaca 2019)