La frana del tempo
si propone
rituale di lentezza
con innocenti rughe
e ghiaccio a scendere
colpevolmente freddo
sui corpi danzanti

si affaccia mutevole
dallo sfascio dei balconi
si dispone
con strategie di ragno
e tele tessute a norma

rancori che calano
con voce rauca
su asfalti sempre uguali
dove le distanze
si rapprendono

il tempo svilisce
sostanze e forme
sparge il sale
sulle ferite aperte

espone i suoi stracci
di velluto sudicio
gli stemmi del passato
e le crepe sfacciate

ma più ancora si mostra
il disagio del vivere
alluvione di respiri
che inonda le case

sento il suono del sangue
la violenza usurpata
i movimenti tellurici
di questo cuore malato
che batte ancora
nonostante tutto.

Maggio / Giugno 2011