posso pensare al peggio e infine bere
consumando fontane allucinate
sedermi sul marmo di gradini freddi
con la sera che brilla dentro
osservare un giornale che danza
strapazzato dal vento
sintesi involontaria della vita
evoluzione del tempo e del luogo
e ritrovare il senso che mancava
il perché delle notti insonni
la via dimenticata da anni

dovrà pur rimarginarsi la ferita
con ago e filo, ma non solo
con pensieri sublimi e disperati
per ritrovare la forza e valicare
le montagne mai incantate
e vivere la gioia della discesa
a capofitto, con il fiato corto
epilogo del cammino svolto
fermarsi infine a contemplare
lo scempio del cielo nuovo
una scia di polvere e luce
che stringo a me, piangendo.

Marzo 2011